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Ci son due coccodrilli, e un orangotango, due piccoli serpenti, un'aquila reale...; il gatto, il TOPO, l'elefante, non manca più nessuno... solo non si vedono i due leocorni! E LA MIA VITA E' DIVINA. CATTIVO RIMBALZO

domenica 21 agosto 2011

Le foto del blog

Il blog dei topi

Giacomo Balla - Dinamismo di un cane al guinzaglio




In un ristretto spazio urbano, un cagnolino viene condotto al guinzaglio da una figura femminile di cui è visibile soltanto la parte inferiore della veste e i piedi. Si tratta della rappresentazione analitica delle fasi successive di spostamento di un corpo sullo stesso piano, attraverso la ripetizione delle parti in movimento, che, in questo caso, sono le zampe e la coda del cane, i piedi della donna e il guinzaglio che oscilla. Il dipinto dà inizio alle ricerche di Balla sul dinamismo derivate dalla sua adesione alle tematiche moderne del futurismo, che egli interpreta in maniera del tutto personale, pur seguendo alla lettera alcuni enunciati del manifesto tecnico della pittura futurista del 1910. La precisione nella redazione della moltiplicazione cinetica della forma evidenzia la sicura conoscenza della cronofotografia di Marey, di cui Balla aveva visto le immagini a Parigi all’Esposizione Universale del 1900 e forse ancora nel 1902 a Torino, e certamente nell’aprile 1911 a Roma, in occasione di una mostra di fotografia scientifica. Questo interesse per il codice ripetitivo dell’immagine procede naturalmente dalle affinità che già correvano, nell’opera dell’artista, tra pittura e visione fotografica della realtà, derivanti anche dalla passione per la fotografia coltivata dal padre di Balla. Il soggetto rappresentato e il taglio basso e orizzontale dell’immagine dallo sfondo piatto di varie tonalità di verde chiaro, conferiscono al dipinto un tono ironico e ludico. La visione reale e fotografica viene ricomposta attraverso la tecnica del monocromo e quella puntinistica delle linee di contorno delle due figure. 
http://www.babelearte.it

venerdì 12 agosto 2011

I topi hanno sotto controllo il mondo dei videogiochi! Questa ne è una prova schiacciante!!!

RATTATA: Pokèmon topo.
Altezza: 30 cm
Peso: 3.5 kg
Un'incredibile vitalità gli permette di adattarsi a qualsiasi tipo di habitat.
E' estremamente cauto.

giovedì 11 agosto 2011

La libertà che guida il popolo - Delacroix

La Libertà che guida il popolo del Louvre, é un'opera realizzata da Delacroix e ispirata alla rivolta popolare avvenuta a Parigi nel luglio 1830. E' un quadro-manifesto che è diventato il simbolo del Romanticismo e delle sue aspirazioni.







I singoli personaggi indicano i diversi ceti sociali.
La donna con la bandiera ha un carattere di allegoria: indica la patria e insieme la libertà. È una figura classica, ispirata alla Nike o alle divinità greche. Ha una posa esortatrice ed è monumentale anche se in movimento impetuoso. È a metà tra la dea e la donna del popolo; è una figura irreale, indifferente alla morte e alla sofferenza che le sta intorno. Appartiene al mondo delle idee, come lo stesso fatto storico ricondotto a mito.
Anche gli altri personaggi sono simbolici. Delacroix ha inserito nel quadro due autoritratti. Figura nelle vesti dell'intellettuale col cilindro e il fucile, che rappresenta la borghesia, e in quelle del popolano con la spada sguainata e i lineamenti alterati in modo eccessivo: Quest'ultima è una figura diabolica, simbolo di violenza e sete di distruzione. È molto vicino ai personaggi grotteschi e diabolici di Goya.
Davanti a loro c'è il ragazzo che guarda la libertà, simbolo di fede negli ideali, e a destra il monello rappresenta il coraggio. In primo piano la morte, indicata dai cadaveri.
Tra i personaggi non c'è dialogo, sono tutte figure isolate, ritagliate, che sottolineano il loro carattere simbolico.

Sia nella composizione piramidale che per alcune citazioni (cadaveri, travi sconnesse, figura culminante che agita qualcosa) esiste un chiaro riferimento alla Medusa di Géricault, di cui vuole essere un omaggio.
Ma, rispetto all'opera dell'altro grande artista, c'è un rovesciamento del moto, che anzichè sfondare in profondità come nella Medusa, qui spicca in avanti verso il primo piano, investendo lo spettatore.

Gordon Reece - Topi

«’Shelley, tesoro,’ ha detto la mamma, ‘non avere paura. Vuole solo i soldi. Se faremo tutto quello che dice, se ne andrà via lasciandoci in pace.’ Io non le credevo, e dal tono di voce e il tremore delle mani ho capito che anche lei non credeva in quello che diceva. Quando un gatto entra nella tana dei topi non se ne va lasciando i topi illesi.» [da 'Topi' di Gordon Reece]


Narrato in prima persona dall’adolescente Shelley, protagonista del romanzo insieme alla madre, il racconto s’inoltra nella conoscenza della ragazzina, delle molestie che è costretta a subire dalle compagne di classe e della fuga con la madre presso un vecchio cottage nella campagna inglese. Due donne costrette a fuggire come topi difronte alle minacce, è questa l’immagine che rimane impressa nella mente di Shelley.

Ma il destino ha in serbo per madre e figlia altre spiacevoli sorprese, qualcosa che potrebbe trasformale in un colpo solo da topi in gatti, da vittime in carnefici e in un susseguirsi di tensioni e colpi di scena, la storia stravolge lo scenario iniziale lasciando il lettore senza fiato.

Una storia matura, che indaga sulle ripercussioni del mobbing e su cosa veramente vuol dire essere vittima di atti di bullismo, analizzando fino a che limite di esasperazione possono portarti le continue vessazioni subite nel corso degli anni. Forse anche i topi, portati al limite della sopportazione, sarebbero capaci di reagire come belve ferite …
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