Il mio spazio stupido per cose stupide, topi, cazzate, death, dance, metal e cazzi vari. C'hai presente i topi?
Informazioni personali
- Raptores Orbis
- Ci son due coccodrilli, e un orangotango, due piccoli serpenti, un'aquila reale...; il gatto, il TOPO, l'elefante, non manca più nessuno... solo non si vedono i due leocorni! E LA MIA VITA E' DIVINA. CATTIVO RIMBALZO
domenica 23 ottobre 2011
I'm lovin' it
C'era una volta una bottiglia vuota di succo al tamarindo che soffriva di solitudine. Allora un giorno un'orda di zombie affamati e inferociti richiesero esplicitamente al governo degli stati uniti di avere maggiori diritti ed un migliore status sociale. Dobbiamo riconoscere che dopotutto anche gli zombie sono figli di Dio, con i loro diritti e doveri da svolgere sul pianeta Terra. Le nostre fonti più autorevoli ci informano che il compito che gli zombie svolgono quotidianamente è molto importante!! Infatti sappiamo che sono i principali produttori e fornitori di carne per tutti i punti di ristoro McDonald.
Notizia del giorno!
In seguito ai più recenti avvenimenti avvenuti in Yugoslavia siamo in grado di stimare correttamente il numero esatto di flaconi di viakal anticalcare necessari affinchè un cactus della moldavia possa vivere un'esistenza felice sulla rigogliosa terra di Dio.
Zenit E
DESCRIZIONE
Apparecchio fotografico a sviluppo orizzontale, in metallo ricoperto con materiale plastico antiscivolo. Sulla parete frontale si inserisce l'obiettivo con innesto a vite. Il mirino reflex a pentaprisma è inserito al centro dell'apparecchio ed è costituito da uno specchio a ribalta, a ritorno istantaneo, montato dietro l'obiettivo, che riflette la luce proveniente dall'obiettivo stesso su un vetro smerigliato, così da visualizzare l'immagine di traguardazione e consentire la messa a fuoco. Sopra al vetro smerigliato è inserito un pentaprisma in vetro ricoperto in metallo. Sul retro dell'apparecchio, in corrispondenza del pentaprisma, si ha l'oculare. Davanti al pentaprisma, esternamente, è montato un esposimetro al selenio incorporato all'apparecchio ma non accoppiato al diaframma (messa a fuoco dell'immagine ed apertura del diaframma vengono regolati sull'obiettivo). All'interno dell'apparecchio, dietro allo specchietto reflex, si ha l'otturatore a tendina in tessuto, a scorrimento orizzontale con tempi da 1/30 a 1/500 di secondo più la posa B e la posizione per lo scatto sincronizzato con il flash con velocità 1/30 di secondo, selezionabili mediante una rotella posta a destra del pentaprisma. Accanto al comando dei tempi dell'otturatore, si trovano il comando dell'esposimetro e la leva di avanzamento della pellicola con, incorporati, contafotogrammi e pulsante di scatto dell'otturatore. Sul fronte dell'apparecchio troviamo il comando per l'autoscatto e un contatto sincro per il flash. Alla sinistra del pentaprisma si trova invece una rotella per impostare la sensibilità della pellicola espressa in ASA (da 16 a 500) o DIN (da 13 a 28), al cui interno è sistemato il dispositivo di sblocco del rullino. Il rullino (pellicola 35mm per 36 pose formato 24x36mm) è contenuto all'interno del dorso dell'apparecchio. Per accedere al porta rullino si sblocca il dorso che, incernierato sul lato destro,si apre lateralmente. Sotto all'apparecchio un foro filettato permette il posizionamento su un cavalletto.
FUNZIONE
Questo apparecchio fotografico versatile, relativamente semplice da usare, può essere utilizzato con molti tipi diversi di obiettivi con focali che possono andare da 15 a 1000mm e con numerosi accessori (flash, filtri, cavalletti, ecc) e si presta per molteplici usi soprattutto amatoriali. Questo tipo di apparecchi reflex monoculari erano molto apprezzati anche dai fotoreporter.
MODALITÀ D'USO
Dopo aver caricato la pellicola in rullo nell'apposito vano nel dorso dell'apparecchio, aver regolato la sensibilità sull'apposito dispositivo e scelto ed inserito l'obiettivo adatto alla ripresa che si intende effettuare, la fotocamera è pronta per l'uso. Si inquadra il soggetto che si intende fotografare guardando nell'oculare. Grazie allo specchietto reflex e al pentaprisma, l'immagine di traguardazione è dritta, senza errori di parallasse e lateralmente corretta (non invertita). Poi si preme il tasto dell'esposimetro e rispetto al risultato ottenuto si imposta l'apertura del diaframma direttamente sull'obiettivo e i tempi di posa con il comando sull'apparecchio. Mediante l'apposito anello posizionato sull'obiettivo, si regola la messa a fuoco del soggetto. Fino a questo punto lo specchietto è rimasto in posizione davanti all'otturatore e l'otturatore, posizionato sul piano focale, chiuso così da tenere la pellicola al buio. Si fa avanzare la pellicola sul nuovo fotogramma e si preme il pulsante di scatto dell'otturatore: lo specchietto si gira, l'otturatore si apre e la luce entra attraverso l'obiettivo ed impressiona la pellicola fotografica. L'otturatore si richiude. Prima di effettuare un'altra ripresa occorre far avanzare la pellicola sul fotogramma successivo. Finiti i fotogrammi, si riavvolge la pellicola, si estrae il rullino e si procede allo sviluppo e alla stampa.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
A partire dagli anni '20 del XX secolo nell'ex URSS iniziò la spinta verso l'industrializzazione del Paese. Vennero create comuni in cui le persone lavoravano in diversi settori, ricevendo alta formazione dalle Università Statali. Nel 1932 vennero in questo modo prodotti i primi articoli nel settore della fotografia ovvero i primi apparecchi fotografici copiati dai modelli Leica a cura dell'azienda FED nata per dare un lavoro e quindi un futuro ai bambini ucraini orfani. La qualità dei prodotti russi era molto buona e gli standard richiesti dalle aziende stesse molto elevati. Nacquero numerose aziende e la produzione aumentò velocemente. Negli anni '40 furono diverse le aziende di produzione nel settore dell'ottica di precisione che si dedicarono ad articoli fotografici: obiettivi ed apparecchi. Nel 1941 nacquero, per decisione ministeriale, negozi di prodotti di ottica di precisione e durante la Seconda Guerra Mondiale, la richiesta di binocoli, mirini ecc per il settore militare divenne molto pressante e venne soddisfatta dalla KMZ di Krasnogorsk (Mosca). Alla fine della guerra Stalin volle supportare lo sviluppo verso l'autonomia dei singoli stati dell'URSS e la KMZ divenne gioiello di punta della Russia, con l'aiuto della Germania. Sin dall'inizio la produzione fu mirata a prodotti di alta qualità e ben presto divenne una produzione interamente interna. A metà degli anni '50 i prodotti KMZ, GOMZ, KIEV ARSENAL erano assolutamente competitivi con quelli europei anche se largamente rivolti al mercato interno. La Zenit E, prodotta dalla KMZ dal 1965 al 1981, è stata venduta in più di tre milioni di esemplari e normalmente montava un obiettivo Helios 58mm o un Industar 50mm. Molti di questi prodotti sono stati largamente venduti in Italia anche nei mercatini di Russi, Polacchi, Ucraini ecc., soprattutto negli anni '80 e '90.
Apparecchio fotografico a sviluppo orizzontale, in metallo ricoperto con materiale plastico antiscivolo. Sulla parete frontale si inserisce l'obiettivo con innesto a vite. Il mirino reflex a pentaprisma è inserito al centro dell'apparecchio ed è costituito da uno specchio a ribalta, a ritorno istantaneo, montato dietro l'obiettivo, che riflette la luce proveniente dall'obiettivo stesso su un vetro smerigliato, così da visualizzare l'immagine di traguardazione e consentire la messa a fuoco. Sopra al vetro smerigliato è inserito un pentaprisma in vetro ricoperto in metallo. Sul retro dell'apparecchio, in corrispondenza del pentaprisma, si ha l'oculare. Davanti al pentaprisma, esternamente, è montato un esposimetro al selenio incorporato all'apparecchio ma non accoppiato al diaframma (messa a fuoco dell'immagine ed apertura del diaframma vengono regolati sull'obiettivo). All'interno dell'apparecchio, dietro allo specchietto reflex, si ha l'otturatore a tendina in tessuto, a scorrimento orizzontale con tempi da 1/30 a 1/500 di secondo più la posa B e la posizione per lo scatto sincronizzato con il flash con velocità 1/30 di secondo, selezionabili mediante una rotella posta a destra del pentaprisma. Accanto al comando dei tempi dell'otturatore, si trovano il comando dell'esposimetro e la leva di avanzamento della pellicola con, incorporati, contafotogrammi e pulsante di scatto dell'otturatore. Sul fronte dell'apparecchio troviamo il comando per l'autoscatto e un contatto sincro per il flash. Alla sinistra del pentaprisma si trova invece una rotella per impostare la sensibilità della pellicola espressa in ASA (da 16 a 500) o DIN (da 13 a 28), al cui interno è sistemato il dispositivo di sblocco del rullino. Il rullino (pellicola 35mm per 36 pose formato 24x36mm) è contenuto all'interno del dorso dell'apparecchio. Per accedere al porta rullino si sblocca il dorso che, incernierato sul lato destro,si apre lateralmente. Sotto all'apparecchio un foro filettato permette il posizionamento su un cavalletto.
FUNZIONE
Questo apparecchio fotografico versatile, relativamente semplice da usare, può essere utilizzato con molti tipi diversi di obiettivi con focali che possono andare da 15 a 1000mm e con numerosi accessori (flash, filtri, cavalletti, ecc) e si presta per molteplici usi soprattutto amatoriali. Questo tipo di apparecchi reflex monoculari erano molto apprezzati anche dai fotoreporter.
MODALITÀ D'USO
Dopo aver caricato la pellicola in rullo nell'apposito vano nel dorso dell'apparecchio, aver regolato la sensibilità sull'apposito dispositivo e scelto ed inserito l'obiettivo adatto alla ripresa che si intende effettuare, la fotocamera è pronta per l'uso. Si inquadra il soggetto che si intende fotografare guardando nell'oculare. Grazie allo specchietto reflex e al pentaprisma, l'immagine di traguardazione è dritta, senza errori di parallasse e lateralmente corretta (non invertita). Poi si preme il tasto dell'esposimetro e rispetto al risultato ottenuto si imposta l'apertura del diaframma direttamente sull'obiettivo e i tempi di posa con il comando sull'apparecchio. Mediante l'apposito anello posizionato sull'obiettivo, si regola la messa a fuoco del soggetto. Fino a questo punto lo specchietto è rimasto in posizione davanti all'otturatore e l'otturatore, posizionato sul piano focale, chiuso così da tenere la pellicola al buio. Si fa avanzare la pellicola sul nuovo fotogramma e si preme il pulsante di scatto dell'otturatore: lo specchietto si gira, l'otturatore si apre e la luce entra attraverso l'obiettivo ed impressiona la pellicola fotografica. L'otturatore si richiude. Prima di effettuare un'altra ripresa occorre far avanzare la pellicola sul fotogramma successivo. Finiti i fotogrammi, si riavvolge la pellicola, si estrae il rullino e si procede allo sviluppo e alla stampa.
NOTIZIE STORICO-CRITICHE
A partire dagli anni '20 del XX secolo nell'ex URSS iniziò la spinta verso l'industrializzazione del Paese. Vennero create comuni in cui le persone lavoravano in diversi settori, ricevendo alta formazione dalle Università Statali. Nel 1932 vennero in questo modo prodotti i primi articoli nel settore della fotografia ovvero i primi apparecchi fotografici copiati dai modelli Leica a cura dell'azienda FED nata per dare un lavoro e quindi un futuro ai bambini ucraini orfani. La qualità dei prodotti russi era molto buona e gli standard richiesti dalle aziende stesse molto elevati. Nacquero numerose aziende e la produzione aumentò velocemente. Negli anni '40 furono diverse le aziende di produzione nel settore dell'ottica di precisione che si dedicarono ad articoli fotografici: obiettivi ed apparecchi. Nel 1941 nacquero, per decisione ministeriale, negozi di prodotti di ottica di precisione e durante la Seconda Guerra Mondiale, la richiesta di binocoli, mirini ecc per il settore militare divenne molto pressante e venne soddisfatta dalla KMZ di Krasnogorsk (Mosca). Alla fine della guerra Stalin volle supportare lo sviluppo verso l'autonomia dei singoli stati dell'URSS e la KMZ divenne gioiello di punta della Russia, con l'aiuto della Germania. Sin dall'inizio la produzione fu mirata a prodotti di alta qualità e ben presto divenne una produzione interamente interna. A metà degli anni '50 i prodotti KMZ, GOMZ, KIEV ARSENAL erano assolutamente competitivi con quelli europei anche se largamente rivolti al mercato interno. La Zenit E, prodotta dalla KMZ dal 1965 al 1981, è stata venduta in più di tre milioni di esemplari e normalmente montava un obiettivo Helios 58mm o un Industar 50mm. Molti di questi prodotti sono stati largamente venduti in Italia anche nei mercatini di Russi, Polacchi, Ucraini ecc., soprattutto negli anni '80 e '90.
"Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni!"
-- Andreas Feininger --
-- Andreas Feininger --
lunedì 29 agosto 2011
domenica 21 agosto 2011
Giacomo Balla - Dinamismo di un cane al guinzaglio
In un ristretto spazio urbano, un cagnolino viene condotto al guinzaglio da una figura femminile di cui è visibile soltanto la parte inferiore della veste e i piedi. Si tratta della rappresentazione analitica delle fasi successive di spostamento di un corpo sullo stesso piano, attraverso la ripetizione delle parti in movimento, che, in questo caso, sono le zampe e la coda del cane, i piedi della donna e il guinzaglio che oscilla. Il dipinto dà inizio alle ricerche di Balla sul dinamismo derivate dalla sua adesione alle tematiche moderne del futurismo, che egli interpreta in maniera del tutto personale, pur seguendo alla lettera alcuni enunciati del manifesto tecnico della pittura futurista del 1910. La precisione nella redazione della moltiplicazione cinetica della forma evidenzia la sicura conoscenza della cronofotografia di Marey, di cui Balla aveva visto le immagini a Parigi all’Esposizione Universale del 1900 e forse ancora nel 1902 a Torino, e certamente nell’aprile 1911 a Roma, in occasione di una mostra di fotografia scientifica. Questo interesse per il codice ripetitivo dell’immagine procede naturalmente dalle affinità che già correvano, nell’opera dell’artista, tra pittura e visione fotografica della realtà, derivanti anche dalla passione per la fotografia coltivata dal padre di Balla. Il soggetto rappresentato e il taglio basso e orizzontale dell’immagine dallo sfondo piatto di varie tonalità di verde chiaro, conferiscono al dipinto un tono ironico e ludico. La visione reale e fotografica viene ricomposta attraverso la tecnica del monocromo e quella puntinistica delle linee di contorno delle due figure.
http://www.babelearte.it
http://www.babelearte.it
sabato 20 agosto 2011
venerdì 12 agosto 2011
I topi hanno sotto controllo il mondo dei videogiochi! Questa ne è una prova schiacciante!!!
RATTATA: Pokèmon topo.
Altezza: 30 cm
Peso: 3.5 kg
Un'incredibile vitalità gli permette di adattarsi a qualsiasi tipo di habitat.
E' estremamente cauto.
giovedì 11 agosto 2011
La libertà che guida il popolo - Delacroix
La Libertà che guida il popolo del Louvre, é un'opera realizzata da Delacroix e ispirata alla rivolta popolare avvenuta a Parigi nel luglio 1830. E' un quadro-manifesto che è diventato il simbolo del Romanticismo e delle sue aspirazioni.
I singoli personaggi indicano i diversi ceti sociali.
La donna con la bandiera ha un carattere di allegoria: indica la patria e insieme la libertà. È una figura classica, ispirata alla Nike o alle divinità greche. Ha una posa esortatrice ed è monumentale anche se in movimento impetuoso. È a metà tra la dea e la donna del popolo; è una figura irreale, indifferente alla morte e alla sofferenza che le sta intorno. Appartiene al mondo delle idee, come lo stesso fatto storico ricondotto a mito.
Anche gli altri personaggi sono simbolici. Delacroix ha inserito nel quadro due autoritratti. Figura nelle vesti dell'intellettuale col cilindro e il fucile, che rappresenta la borghesia, e in quelle del popolano con la spada sguainata e i lineamenti alterati in modo eccessivo: Quest'ultima è una figura diabolica, simbolo di violenza e sete di distruzione. È molto vicino ai personaggi grotteschi e diabolici di Goya.
Davanti a loro c'è il ragazzo che guarda la libertà, simbolo di fede negli ideali, e a destra il monello rappresenta il coraggio. In primo piano la morte, indicata dai cadaveri.
Tra i personaggi non c'è dialogo, sono tutte figure isolate, ritagliate, che sottolineano il loro carattere simbolico.
Sia nella composizione piramidale che per alcune citazioni (cadaveri, travi sconnesse, figura culminante che agita qualcosa) esiste un chiaro riferimento alla Medusa di Géricault, di cui vuole essere un omaggio.
Ma, rispetto all'opera dell'altro grande artista, c'è un rovesciamento del moto, che anzichè sfondare in profondità come nella Medusa, qui spicca in avanti verso il primo piano, investendo lo spettatore.
La donna con la bandiera ha un carattere di allegoria: indica la patria e insieme la libertà. È una figura classica, ispirata alla Nike o alle divinità greche. Ha una posa esortatrice ed è monumentale anche se in movimento impetuoso. È a metà tra la dea e la donna del popolo; è una figura irreale, indifferente alla morte e alla sofferenza che le sta intorno. Appartiene al mondo delle idee, come lo stesso fatto storico ricondotto a mito.
Anche gli altri personaggi sono simbolici. Delacroix ha inserito nel quadro due autoritratti. Figura nelle vesti dell'intellettuale col cilindro e il fucile, che rappresenta la borghesia, e in quelle del popolano con la spada sguainata e i lineamenti alterati in modo eccessivo: Quest'ultima è una figura diabolica, simbolo di violenza e sete di distruzione. È molto vicino ai personaggi grotteschi e diabolici di Goya.
Davanti a loro c'è il ragazzo che guarda la libertà, simbolo di fede negli ideali, e a destra il monello rappresenta il coraggio. In primo piano la morte, indicata dai cadaveri.
Tra i personaggi non c'è dialogo, sono tutte figure isolate, ritagliate, che sottolineano il loro carattere simbolico.
Sia nella composizione piramidale che per alcune citazioni (cadaveri, travi sconnesse, figura culminante che agita qualcosa) esiste un chiaro riferimento alla Medusa di Géricault, di cui vuole essere un omaggio.
Ma, rispetto all'opera dell'altro grande artista, c'è un rovesciamento del moto, che anzichè sfondare in profondità come nella Medusa, qui spicca in avanti verso il primo piano, investendo lo spettatore.
Gordon Reece - Topi
«’Shelley, tesoro,’ ha detto la mamma, ‘non avere paura. Vuole solo i soldi. Se faremo tutto quello che dice, se ne andrà via lasciandoci in pace.’ Io non le credevo, e dal tono di voce e il tremore delle mani ho capito che anche lei non credeva in quello che diceva. Quando un gatto entra nella tana dei topi non se ne va lasciando i topi illesi.» [da 'Topi' di Gordon Reece]
Narrato in prima persona dall’adolescente Shelley, protagonista del romanzo insieme alla madre, il racconto s’inoltra nella conoscenza della ragazzina, delle molestie che è costretta a subire dalle compagne di classe e della fuga con la madre presso un vecchio cottage nella campagna inglese. Due donne costrette a fuggire come topi difronte alle minacce, è questa l’immagine che rimane impressa nella mente di Shelley.
Ma il destino ha in serbo per madre e figlia altre spiacevoli sorprese, qualcosa che potrebbe trasformale in un colpo solo da topi in gatti, da vittime in carnefici e in un susseguirsi di tensioni e colpi di scena, la storia stravolge lo scenario iniziale lasciando il lettore senza fiato.
Una storia matura, che indaga sulle ripercussioni del mobbing e su cosa veramente vuol dire essere vittima di atti di bullismo, analizzando fino a che limite di esasperazione possono portarti le continue vessazioni subite nel corso degli anni. Forse anche i topi, portati al limite della sopportazione, sarebbero capaci di reagire come belve ferite …
www.librinews.com
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martedì 12 luglio 2011
Riflessione sul MALE
Spesso si dice che il male consiste semplicemente nell'assenza del bene. Io non sono d'accordo! Il male è generato dalla presenza di questa persona e dalla sua persistenza nel corso degli anni.
(Per motivi di privacy e di copyright il volto della persona è stato parzialmente oscurato.)
(Io non possiedo materiale protetto da copyright.)
lunedì 11 luglio 2011
Un'altra prova schiacciante sulla malvagità dei topi
Sono cattivi e vogliono ucciderci tutti! Aspettano che faccia notte per sgattaiolare fuori dalla gabbietta; mentre dormi si arrampicano sul tuo corpo, si avvicinano alle orecchie e incominciano a farsi strada verso il cervello, succulento pasto e prelibato...
domenica 10 luglio 2011
Luoghi da visitare
- la tomba
- l'inferno
- il paradiso
- il nucleo esterno
- il magma
- i postriboli
- un asparago
- gli strati di una cipolla
- il tribunale
- la galera
- il purgatorio
- la cattedrale
- l'intestino tenue
- il peristilio
- baker street
- il Vietnam
- via noci
- l'Afghanistan
- il corso di uncinetto
- il Sahara
- la contumacia
- la prostata
- il Boston Tea Party
- London Bridge
- un atomo
- il sole
- la drogheria
- la società
- un club a luci rosse
- la workhouse di Oliver Twist
- la Reggia di Caserta
- il Miglio Verde
- la fumetteria del figlio di Palella
- la Casa del Nespolo
- l'isola di arturo
Con chi trascorrere il tuo free time
- Dante
- Dio
- Poseidone
- un crostaceo
- un pelo incarnito
- la Masci
- il Diavolo (EVIL)
- Dorian Gay
- Cip e Ciop
- Hitler
- Spongebob
- Indiana Jones
- Crocodile Dundee
- Piedipapera
- la Coccoluto
- Gamberone
- Encolpio
- Lafneigol
- la Lia
- la satira menippea
- un tossico
- la parche (muse)
- un acaro
- il Team Rocket
- Simone Pezzano
- Jack lo squartatore
- un big foot
- uno ione H+
- Eratostene
- Gargamella
L'assenzio E. Degas
Verso la fine dell'Ottocento l'alcolismo, aggravato dall'uso dell'assenzio, era divenuto una vera e propria piaga sociale.
Degas fa posare due amici, nella vita reale niente affatto alcolizzati: lei è un'attrice di successo che compare spesso nei dipinti degli impressionisti, interpretando vari personaggi della vita del tempo, il suo nome è Ellen Andrée (la trovi in numerosi dipinti di Manet e Renoir).
Lui è un artista, di nome Marcellin Desboutin, disegnatore, incisore, pittore e scrittore, che si presta, come in altre occasioni, a fare da modello per gli amici e colleghi. Anche lui è più volte ritratto, quasi sempre nel ruolo di malandrino, accattone, alcolizzato, forse a causa del suo sguardo "scuro".
La messa in scena di Degas fa perciò pensare ad una sua sensibilità per il problema dell'alcolismo, fortemente sentito in quegli anni. L'idea di abbruttimento che i due trasmettono è forse il messaggio principale del quadro.
Le parole stupide che ti fanno azzeccà i nervi a mille
- collirio
- cornea
- pietra pomice
- travertino
- colluttorio
- bistecchiera
- corollario
- angelus
- non belligeranza
- epistulae morales
- sottovuoto
- accatastato
- calorifero
- capocollo
- cuba libre
- caciotta
- oblò
- fondotinta
- de las casas
- chiaroscuro
- fiocco di burro
- scaldacuore
- pialla
- inferriata
- pollastrello
- protocollo
- rastrello
- condensatore
- dattero
- drogheria
- amianto
- saltimbocca
- abaco
- setteemezzo
- di soppiatto
- capesante
- ossi di seppia
- ostriche
- gattabuia
- ossobuco
- capocollo
- capocavallo
- al galoppo
- appuntato
- torpedine
- trentatretrentini
- granbiscotto
- nottola di venere
- zeppola
- fenicottero
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